Assembly of WEU, Seminar on "The European Security and Defence Policy: how to deal with new threats", Valencia 9 February 2004,
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Assembly of WEU, Seminar on "The European Security and Defence Policy: how to deal with new threats", Valencia 9 February 2004,
First Session: "Proliferation of weapons of mass destruction"
INTERVENTO DR. ZAPPA Le armi di distruzione di massa rappresentano la principale minaccia alla sicurezza occidentale. Su questo punto convergono i giudizi non solo di illustri analisti di diversi paesi, ma anche la recente Strategia di Sicurezza dell'Unione Europea e la National Security Strategy americana. Il loro potenziale distruttivo in termini fisici e psicologici, in particolare per quanto riguarda le armi nucleari e batteriologiche, è tale da non potersi permettere la ben che minima sottovalutazione: basterebbe un singolo evento catastrofico per generare danni inimmaginabili, davanti ai quali la tragedia dell'11 settembre potrebbe apparire un incidente minore. La disponibilità di tali armi a livello internazionale si lega inoltre con la prospettiva che esse non siano possedute solamente da entità statuali, verso le quali è tuttora possibile esercitare efficacemente la classica deterrenza nucleare, ma anche da regimi instabili o, peggio, organizzazioni terroristiche radicali, nei confronti delle quali si può solo attuare un'accurata prevenzione. La sigla Wmd racchiude diversi tipi di minaccia che richiedono a loro volta risposte specifiche. Il termine si presta infatti a coprire quattro categorie distinte di agenti, Nucleare, Chimico, Batteriologico e Radiologico, ciascuno dei quali è di natura completamente diversa rispetto agli altri, per caratteristiche tecniche, modalità d'impiego ed effetti conseguenti. Pertanto, questa "etichetta" può funzionare sul piano della ricettività da parte dell'opinione pubblica, ma richiede agli specialisti del settore di non dimenticare che la diversità della minaccia richiede risposte diverse, adeguate specificamente a ciascuna di queste sfide. Il valore dell'impiego terroristico, strategico e tattico delle Wmd si è accresciuto davanti allo squilibrio delle forze convenzionali. In un sistema internazionale caratterizzato da una fortissima asimmetria nel campo delle forze convenzionali, il cui costo peraltro risulta piuttosto elevato, di fronte ad un'efficacia dubbia (proprio in virtù di detto squilibrio), le Wmd sono delle armi pericolosamente "attraenti" sia per l'impiego tattico (in particolare quelle chimiche) che a livello strategico, per diversi attori regionali e sub-regionali in quasi tutti i teatri. Si è assistito nell'ultimo decennio ad un processo di proliferazione di Wmd e dei loro mezzi di delivery. I regimi di non proliferazione vigenti non sono riusciti a contrastare sufficientemente questo processo, per almeno tre ragioni: - non hanno copertura universale, ma solo natura volontaria;
- non vi sono regole cogenti relative al monitoraggio continuo del rispetto di tali cordi;
- infine, il regime sanzionatorio è inesistente o insufficiente.
Talora l'export di tali sistemi e delle tecnologie correlate rappresenta un affare economico di grandi proporzioni, offrendo così ulteriori incentivi ad individui e regimi senza scrupoli. Inoltre, è sufficiente la presenza in un area di un paese dotato di tali armi per spingere i potenziali nemici dello stesso a perseguire l'obiettivo di un corrispondente controbilanciamento, generando così un effetto a catena. Sebbene questa logica sembri ricordare quella tutto sommato stabilizzante della Mad, in realtà questi paesi non sono capaci di assicurare un controllo sulle loro Wmd tale da evitare la dispersione degli arsenali e l'impiego accidentale, divenendo così fattori altamente destabilizzanti. E' necessaria un'azione politica, giuridica, diplomatica e militare coordinata da parte di tutti i paesi occidentali per contrastare la proliferazione. Solo così infatti si possono riportare in carreggiata quei regimi di controllo che rappresentano la base politica e giuridica di riferimento per l'azione di contrasto, dando loro quella credibilità che sinora è mancata. Vanno inoltre seguite seriamente le nuove iniziative quali la Psi proposta dagli Stati Uniti. I regimi di non proliferazione vanno implementati tramite il monitoraggio e la credibilità della minaccia. La credibilità dei regimi dipende essenzialmente da due fattori: la conoscenza della situazione reale relativa al loro rispetto e la disponibilità politica ed operativa ad agire di conseguenza qualora tali accordi venissero violati. Il monitoraggio continuo del settore con ogni mezzo e la predisposizione di uno strumento multidisciplinare, anche militare, pronto ad offrire una risposta più che proporzionale alla minaccia sono fattori irrinunciabili per il successo. Ci si deve preparare alla disgraziata evenienza di un impiego effettivo di tali armi Si deve non solo essere pronti ad evitare la proliferazione e l'impiego effettivo di queste armi, ma anche prepararsi qualora si giunga, anche per errore e non per volontà, a varcare questa soglia. La protezione oggi accordata a talune truppe dislocate in teatri a rischio va estesa il più possibile all'insieme delle forze armate e, per quanto possibile, alla popolazione. Vanno sviluppati a livello europeo team di intervento rapido specializzati nel contrasto degli effetti dell'impiego di ogni tipo di Wmd. L'industria aerospaziale ha molto da offrire e vuole cooperare ad ogni livello per permettere il contrasto alla diffusione di tali armi e limitare i danni derivanti da un loro eventuale impiego. Vi sono a tale proposito almeno tre macrocategorie di prodotti e tecnologie che l'industria può sviluppare al servizio di questa causa: 1. Strumenti a disposizione per il monitoraggio Il monitoraggio continuo del rispetto degli accordi si basa solo sull'importante funzione di intelligence svolta da una panoplia di soggetti e avendo a disposizione una varietà di assetti, fra cui spiccano sicuramente i satelliti da osservazione, gli apparecchi da ricognizione abitati e non (droni), nonché i relativi sensori imbarcati. L'importanza della sorveglianza spaziale ogni-tempo sé ormai largamente riconosciuta. I satelliti di ricognizione (ottici ma soprattutto radar) sono in grado, per la loro caratteristica di passaggio periodico sullo stesso territorio, di rilevare variazioni significative delle condizioni del territorio per la presenza ad esempio dello stoccaggio di elementi chimici relativi ad armi di distruzione di massa. Il sistema satellitare italo-francese Cosmo-Skymed si può prestare svolgere queste funzioni. Lo sviluppo tecnologico di Uav portato avanti dall'industria europea rappresenta un'opportunità irrinunciabile anche da questo punto di vista. Nel campo della sensoristica (ottica e radar) infine l'esperienza sinora sviluppata ci permette di offrire prestazioni di tutto rilievo e ognitempo. Si tratta di sistemi costosi ad altissime prestazioni, di cui l'Europa avrebbe bisogno immediatamente e che sinora sono stati vittime di una politica di bilancio restrittiva. Occorre infatti considerare che tali piattaforme aerospaziali in grado di imbarcare sofisticati sensori di sorveglianza ed intelligence non possono essere considerati avulsi da una complessa rete di comunicazione che integra le rilevazioni dei vari sensori e le trasmette in tempo reale ai centri di analisi, a quelli decisionali finanche ai luoghi tattici. In questo contesto l'apporto industriale alla realizzazione della rete denominata C4ISR (Comando, Comunicazione, Controllo, Computing, Intelligence, Sorveglianza e Riconoscimento) è quindi fondamentale poiché solo un'architettura integrata delle piattaforme (aeroportate, spaziali, terrestre e marine), dei sensori imbarcati (ottici, radar, elettromagnetici), degli apparati di comunicazione e di elaborazione può costituire lo strumento idoneo all'utilizzo efficace delle tecnologie di monitoraggio Il "medium" cielo/spazio costituisce per la diffusione di WMD un'area privilegiata. Si può affermare che fin dal 1945 con il lancio delle V1 le WMD si sono "spazializzate" e quindi le successive evoluzioni e diffusioni dei missili balistici hanno portato ad una proliferazione globale di tali mezzi di trasporto di WMD. A questo riguardo solo le poche nazioni industrializzate in grado di realizzare innovative piattaforme spaziali od aeroportate detengono l'influenza politica e militare per contrastare tali armi, sottolineando ancora una volta la chiave strategica dell'industria aerospaziale. L'industria è infatti capace di offrire risposte adatte a contrastare alcuni dei mezzi di consegna delle Wmd. Rientrano in questo ambito tutti i tipi di difese missilistiche, sia a livello tattico (come il Meads) che strategico. I sistemi di difesa antimissile che sia in Europa che in USA sono in fase di studio e sviluppo costituiscono un esempio chiaro in questo senso. La rilevazione dell'avvenuto lancio di un missile viene effettuata da sensori imbarcati su satelliti, e tutta la traiettoria viene monitorata da una rete di satelliti e piattaforme aeree che comunicando tra loro ed i centri di controllo forniscono le coordinate in evoluzione dell'obbiettivo ai missili tattici devotati alla distruzione del missile contenente le WMD. Vi è inoltre una vasta esperienza relativa ai mezzi di supporto alle forze armate convenzionali ed alle forze intelligence necessarie per garantire la deterrenza nonché eventuali azioni di tipo preemptivo. 3. Strumenti per la protezione delle forze militari e delle popolazione civile Infine, per quanto riguarda i mezzi di contrasto agli effetti delle Wmd, si deve ricordare l'impegno nel settore delle unità Nbc, dei materiali speciali e dei filtri.
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